Cari amici, eccoci al nuovo post, che come avevo preannunciato, segue come filo logico quello precedente.

In quest’ultimo avevamo affrontato il concetto di PROBLEMA e, giocando con le parole, avevo asserito che “IL VERO PROBLEMA DEL PROBLEMA” è la percezione che se ne ha di esso.

Come diceva il filosofo greco Epitteto: ”Ciò che turba gli uomini non sono le cose, ma le opinioni che essi hanno delle cose.“

Questo a voler significare che La PERCEZIONE e il SIGNIFICATO hanno in noi una rilevanza maggiore del fatto in sé.

 

DOMANDA: PERCHE’ SIAMO COSI’ EMOTIVAMENTE COINVOLTI NEI NOSTRI PROBLEMI?

RISPOSTA: PERCHE’ TENDIAMO A IDENTIFICARCI NEL PROBLEMA. SIAMO IL NOSTRO PROBLEMA, VIVIAMO IN ESSO COME FOSSE CASA NOSTRA!

 

Ecco un nuovo di sistema per gestire i problemi e dare loro una nuova prospettiva.

Un modo di separare questo legame doloroso tra noi e il problema è l’ESTERNALIZZAZIONE, a dire: FUORI IL PROBLEMA DA ME!

L’idea di base è rovesciare la convinzione, molto diffusa, che chi chiede aiuto sia una persona internamente, strutturalmente problematica, che implica quindi il concetto di interiorizzazione del problema : il problema è il mio problema e di nessun altro!

La pratica invece di ESTERNALIZZARE IL PROBLEMA, si pone l’obiettivo di contestualizzare il problema stesso, come un fattore al di fuori della persona. I problemi, in altre parole, sono intesi come eventi che accadono a tutti noi nel corso del tempo, senza attribuirsene una presunta proprietà.

Questa cornice interpretativa non intende sminuire i problemi di una persona, o distogliere da essi la sua attenzione.

Essa sottolinea che la persona e i suoi problemi non sono la stessa cosa!

Questa separazione tra persona e problema ha un’efficacia straordinaria nel togliere emotività e dimensione al problema stesso.

Attraverso questa pratica possiamo osservare la situazione problematica da una diversa prospettiva e descriverne tutte le sfaccettature da una distanza operativa, soprattutto se tutto ciò avviene all’interno di una relazione di aiuto, facilitata da un professionista esperto, che conosce come usare al meglio questa pratica.

Cosa fare quindi quando si usa l’ESTERNALIZZAZIONE?

 

1 PASSO: Definire il Problema.

La prima cosa da fare è dare un nome al problema.

In questo caso, per esternalizzare il problema potrebbero provare a rispondere a domande del tipo:

-Se potessi dare un nome al problema che mi stai portando, come lo chiameresti?

-Se fossi li con te a vedere la situazione problematica, cosa vedrei in termini di comportamenti?

-Se questo problema lo avesse un tuo amico, come definiresti il problema stesso e il comportamento del tuo amico?

 

2 PASSO: Depotenziare il Problema.

Le domande esternalizzanti, sovvertono il ruolo di potere del problema stesso, mettendone in discussione i presupposti e la capacità di agire su di esso.

Ecco alcune tipiche domande che fungono da esternalizzatrici del problema:

-Come può si interrompere o diminuire l’intensità del problema?

-In che modo il problema reca sofferenza? E quali sono e saranno le conseguenze?

-Come puoi proteggere i tuoi sogni e speranze dal problema?

-Che azioni puoi fare, per limitare gli effetti del problema?

 

3 PASSO: Esternalizzare-Interiorizzare-Esternalizzare i Punti di Forza.

Non è solo il problema che influisce sulla nostra vita. In esso intervengono con grande forza le competenze, abilità e conoscenze, che si possono mettere in atto per affrontarlo.

In questo caso è opportuno sia esternalizzare che internalizzare le RISORSE, tramite un processo sequenziale a 3 fasi, aiutando prima la persona a vedere davanti a sé le Potenzialità, per poi fargliele sentirsele addosso nelle esperienze vissute nel passato, collegandole alle proprie convinzioni e valori e poi infine riportarle nuovamente fuori, declinate questa volta in azione.

Ecco un esempio di domande orientate all’esternalizzazione dei Punti di Forza:

-Quando senti che il problema sta per riproporsi, che azioni potresti mettere in atto per allontanarlo?

-Tra i tuoi punti di forza, quali ti possono aiutare a gestire al meglio il problema?

 

E TU COME AFFRONTI I PROBLEMI?

Sei tutt’uno con essi o sei in grado di guardarli dal di fuori?

LA VITA E’ UN GRANDE FILM!! E la grande differenza è quella di viverla solo da attore oppure da regista e attore insieme.

Sei pronto quindi a guardare il film dei tuoi problemi, essere quel regista capace di scegliere la miglior angolazione alla situazione e poi viverla pienamente con l’abilità di un attore di successo?

Fammi sapere cosa ne pensi!